Fenomenologia degli anti-turisti.

Luca Martucci
5 min readJul 21, 2018

Siamo(quasi) tutti anti-turisti, per egoismo, elitarismo od ignoranza.

Il numero dei turisti nel mondo cresce di anno in anno, e di conseguenza quello degli ”anti-turisti”. Così come esistono vari tipi di turisti , anche per il loro opposto è possibile distinguere tra alcune macrocategorie.

Gli anti-turisti estremisti ed arrabbiati.

Al primo posto mettiamo quelli che scrivono sui muri “Tourists Go Home”ed iniziano anche ad attaccare i bus turistici. Sono i per lo più residenti in quella decina di posti al mondo davvero in crisi per il cosidetto overtourism: gli Spagnoli al top della classifica, seguiti da Veneziani e forse Greci.

Il Papà degli antituristi duri e puri può essere considerato F. Tommaso Marinetti, che più di cento anni fa incitava proprio i Veneziani a bruciare le gondole, accusandoli di voler arricchire la Società dei Grandi Alberghi e di essere divenuto un popolo di camerieri e ciceroni.

La retorica del “popolo di camerieri d’albergo asservito ai forestieri ” fu ripresa da una parte del fascismo che si proponeva di combattere lo stereotipo dell’Italia paese di «romantici ruderi e gustosi sorbetti». Approccio che rimase per fortuna schiacciato dall’ importanza che il regime riconobbe al Turismo quale potente mezzo di propaganda all’ estero e fonte di benefiche entrate valutarie.

Gli anti-turisti estremisti sono spesso mossi da motivazioni politiche od ideologiche, nel fascismo, come nella visione marxista del feticismo e consumismo, o nel caso di tendenze separatiste. Per questo sono facilmente identificabili, a differenza delle categorie che seguono.

Gli anti-turisti istituzionali ( spesso a loro insaputa).

All’ estremo opposto l’ antiturismo che definiamo istituzionale , cioè quello rappresentato da chi dovrebbe occuparsi della sua prosperità, e che invece per altri motivi, quali burocrazia, eccessiva ingerenza della politica od incompetenza, introduce ostacoli, rallenta i processi, o dorme sonni profondi.

Ne parlava già nel 1994 (!) Giancarlo Dall’ Ara con questa lista dei fattori che stimolano l’ antiturismo. Purtroppo un quarto di secolo fopo poco o nulla è cambiato, anzi si sono aggiunti problemi più recenti come visti o sanzioni.

Nel mondo esistono casi ecclatanti di antiturismo istituzionale dovuti a guerre, conflitti razziali o religiosi o chiusura delle frontiere, come un tempo per Cina, Cuba od Unione Sovietica, ed oggi ancora per paesi come la Corea del Nord.

L’ antiturismo istituzionale è spesso dovuto all ‘ignoranza della realtà e delle dinamiche del settore, con conseguente omissione dei fondamentali della gestione e del marketing della destinazione. In questo senso anti-turisti sono il sindaco della città turistica che invita i crocieristi a rimanere sulle navi, o l’ assessore che pensa di poter “dirottare”turisti che visitano l’ Italia per la prima volta dalle mete sognate nel mondo (e quindi più affollate !)a località o cammini remoti.

Questo antiturismo porta quindi ad ignorare segmenti di turismo importanti come quello per shopping, per lavoro , studio , e per tutta una serie di motivazioni di “nicchia” che invece meriterebbero la dovuta attenzione.

L’anti-turista che vive nel nostro inconscio.

In mezzo a questi due estremi c’è la forma di antiturismo più diffusa e latente, quella che ci riguarda tutti da vicino.

Parafrasando “ È facile fare gli anti-turisti …con i viaggi degli altri” !

Chi preferisce una località invasa da turisti, piuttosto che idealmente tutta per noi, o per chi viaggia con noi ? Anche quando visitiamo un’ attrazione super famosa, e quindi sempre affollata, vorremmo poter fare una foto senza l’ intruso di passaggio. Fare la fila o sgomitare per un pezzo di spiaggia non piace a nessuno. Qui non parliamo delle comprensibili ragioni di chi vive sulla propria pelle il problema del sovra-affollamento di turisti, ma di una naturale dose di egoismo.

Quando sono le nostre vacanze ci sentiamo tutti Viaggiatori, mentre gli altri sono i Turisti.. che ci fanno diventare tutti anti-turisti !

Sul mantra della differenza tra viaggiatore (traveller) e turista esiste una copiosa letteratura, puntuata di fasi framose e sempre in voga. Il viaggio, non la destinazione, l’esperienza, il perdersi per strada ,etc etc. fino allo slogan che accompagna il Piano Strategico del Turismo :“ Italia Paese per Viaggiatori “.

“ Every Englishman abroad, until it is proved to the contrary, likes to consider himself a traveller and not a tourist”. — Evelyn Waugh, 1930

In realtà pur comprendendo tutti i più nobili sforzi di addetti ai lavori ed esperti nel voler distinguere tra viaggiatori e turisti , non possiamo non concordare con certe conclusioni sull’ ippocrisia dell’ essere anti-turisti.

“ It is hard to be a snob and a tourist at the same time. A way to combine both roles is to become an anti-tourist”…”But the anti-tourist deludes only himself. We are all tourists now, and there is no escape”. - Paul Fussell ,1980.

L’ antiturismo del Pensiero Dominante identifica in un non meglio precisato turismo di massa il suo principale nemico. Così il povero Thomas Cook sale sul banco degli imputati per essere considerato colui che nel 1841 inventò il turismo organizzato (tutt’ altra cosa rispetto a quello di massa nato più di un secolo dopo!).

In realtà l’ esplosione, e quindi la democratizzazione del Turismo, sono il frutto di tanti fattori che si sono succeduti nel tempo. Combattere la crescita del Turismo a priori è anticronistico, sintomo di snobbismo ed elitarismo, quando invece dovremmo essere grati a pionieri e visionari come Cook , o nel caso italiano dei vari Chiari e Sommariva, Franco Rosso od Isoardi di Alpitour.

I sometimes think that Thomas Cook should be numbered among the secular saints. He took travel from the privileged and gave it to the people” — Robert Runcie, Arcivescovo di Canterbury.

Per fortuna ci sono anche I Pan- Turistici !

Usiamo la definizione citata in questo interessante Rapporto sull’ antiturismo a Rimini ( 2001) dove gli ospiti riminesi sono divisi in 6 gruppi omogenei : Nostalgici, Iperelitari, Intolleranti, Assediati, Indifferenti .. ed appunto i Pan- Turistici.

Nel 2001 non esisteva il termine overtourism, e probabilmente un sondaggio del genere fatto oggi in una città come Venezia farebbe esplodere la percentuale sia degli assediati che degli intolleranti (definiti nel rapporto come quelli con livello culturale più basso e che non viaggiano).

La maggioranza dei Pan- Turistici è ovviamente tra quelli che lavorano nel e per il Turismo. Quelli che sanno bene, al di là degli interessi contingenti, che i turisti portano benessere, occupazione e sviluppo per tutta la vasta filiera e per il suo indotto. Ecco perchè , a prescindere da quale sia la motivazione politica, vediamo con favore chi scende in piazza come qualche giorno fa a Palma di Maiorca per ricordare quanto il Turismo sia importante.

https://www.hosteltur.com/107979_el-pp-balear-acusa-al-govern-de-promocionar-la-turismofobia.html

Ben vengano tutte le misure più idonee ad un efficace gestione dell’overtourism, che, ribadiamo, è un fenomeno ristretto a poche località , ma evitiamo che certe crociate antiturismo trovino terreno fertile in modismo o vaneggi idealistici. Non si può tornare indietro ed ignorare l’ importanza del Turismo non solo dal punto di vista economico, ma anche come veicolo per lo sviluppo delle relazioni tra culture e popoli diversi.

Insomma per rispondere a quel pazzo furioso di Marinetti: Evviva le gondole ! Anche quando dondolano turisti asiatici, appesantiti da vino o cibo, o con gli occhi incollati al cellullare.

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Luca Martucci

Pensieri, parole, opere ed omissioni, ma sopratutto Azioni per il marketing di destinazione, visto dal Brasile.